Oggi

Il rifugio “Larezila”, rifugio ormai centenario, è nato con la mia famiglia che l’ha costruito materialmente con sassi e malta, ma rendendolo vero e vivo con amore, dedizione, sacrifici e tanta fede, riuscendo a creare un luogo, a detta di molti, caratterizzato da sempre da un’atmosfera calda, ospitale e soprattutto famigliare.
Del resto non avrebbe potuto essere diversamente a cominciare dai miei nonni che ebbero sei figli e poi i miei genitori che ne ebbero otto ed io, considerati i tempi, non sono stato da meno con i miei tre Angelica, Aurora e Roberto.
Per loro, come per me e per tutti quelli come me che abitano la montagna tutto ha avuto inizio in un rifugio e tutto finirà in un rifugio e finché questo esisterà, tra quelle quattro mura continueranno ad echeggiare le risate degli amici, le suonate dei paesani, le urla delle madri, le grida dei bambini, compresi i miei!
Alla fine non è cambiato poi molto, e pensare che io ho sempre amato la solitudine ed il silenzio, ma quale silenzio! Ho solo tre figli, non saranno otto come eravamo noi, e menomale, perché non ne verrei fuori!
Una sera sono entrato nella loro cameretta, dormivano tranquilli e felici, o almeno lo spero, mi sono rivolto a loro sottovoce: «Se un giorno uno di voi deciderà di continuare il mio lavoro… gli auguro di cuore buona fortuna! »

 

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